officina oasi_laboratori e residenze

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SANGUE SUL COLLO DEL GATTO / di Rainer Warner Fassbinder
condotto da Maurizio Lupinelli

LABORATORIO
dalle ore 15.00 alle ore 21.00
venerdì 14 ottobre
sabato 15 ottobre
domenica 16 ottobre

RESIDENZA
dal 15 maggio al 5 giugno

La pièce di Rainer Werner Fassbinder, del 1971, ruota attorno al tema dell’inaffidabilità della comunicazione. Il laboratorio, della durata intensiva di tre giorni è indirizzato a chi ha maturato delle esperienze, ma anche a tutti coloro che vogliono avvicinarsi al teatro.
Sangue sul collo del gatto di R.W. Fassbinder sarà il nostro punto di partenza il fulcro a cui rivolgere la nostra attenzione. Cercheremo delle tracce comuni di pensiero e di visioni, ascoltando le suggestioni dal testo e dai suoi personaggi, ma certamente tenendo conto delle singole esperienze di ogni partecipante, il quale sarà chiamato a diventare autore di se stesso. In questa maniera il laboratorio mira ad approfondire le potenzialità espressive dei singoli partecipanti.
Tanto più il gruppo sarà eterogeneo, tanto più ricche saranno le fisicità, le azioni, i corpi, i respiri, le voci interiori. Mi auguro infatti che di incontrare una babele di volti, dove la diversità diventi una forza debordante.

de-marchi

MASCARA – Le maschere del corpo, il corpo delle maschere
con Giorgio De Marchi e Nora Fuser

LABORATORIO
dal 17 al 20 ottobre
dal 24 al 27 ottobre

Il laboratorio propone uno studio sulla costruzione della maschera in cuoio, in una dimensione aperta visibile dal pubblico proprio nel momento della realizzazione. Un viaggio nel meraviglioso, le cui tape sono scandite dalle fascinose metamorfosi di ogni singola maschera della tradizione.
In tal modo avremo una tessitura per una trama fatta da due fili: la narratio- evocatrice e la rivelazione dell’oltre.
La maschera, attraverso l’utilizzo di materiali poveri quali: garze gessate, argilla, pasta di legno, legno, cuoio, cere colorate diverrà forma concreta.
La maschera indossata, ha modellato su di sé diversi timbri, ritmi e intensità che si concretizzano ora nella forza, ora nell’ingenuità, nella voracità nella sagacia, nella foga amorosa, e così via, sottolineando in modo mirabile affinità e contrasti tra i gruppi di maschere antagoniste.
A partire da questo e in armonia con il procedere dell’officina laboratorio, riserviamo un momento per dare forma alla personalizzazione e all’ambiente scenico in cui si trova ad operare quella maschera-personaggio che si rivela essere più affine, e potrà esprimersi nella costruzione di una maschera individuale

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BALERA GROGGIA – Vorrei solo ballare
a cura di Mattia Berto

LABORATORIO
dal 7 novembre al 12 febbraio

La balera è un luogo magico, un ring, un palcoscenico d’incontro dove dimenticare tutto e lasciarsi andare in uno spazio tragicomico in cui le storie si alternano in un continuo tra il riso e il pianto. Staremo in quel superotto degli anni settanta o forse nei pomeriggi nei quali le vedove si fanno belle per andare a ballare il liscio.
Inviteremo i giovani a scatenarsi sulle note di Romagna Mia.
Un luogo stereotipato e démodé da ripensare come contemporaneo.
Potremo ballare tutta la notte sulle nostalgie o cercare nuove appassionanti storie in presa diretta. Un laboratorio per iniziare a muovere le prime mosse di un progetto più ampio sul tema, da condividere insieme a tutti quelli che hanno voglia di salire in pista.
Forza stasera si balla!!!

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I CINQUE SENSI DELL’ATTORE / Teatro del Lemming

LABORATORIO
venerdì 2 dicembre
sabato 3 dicembre
domenica 4 dicembre

Da alcuni anni il Teatro del Lemming ha intrapreso una inedita ricerca teatrale che si caratterizza per il coinvolgimento drammaturgico e sensoriale degli spettatori.
Questa indagine ricolloca al centro del teatro la possibile ridefinizione della relazione attori-spettatori. Essa, d’altra parte, si pone, contemporaneamente, anche come ricerca dei profondi movimenti archetipici che le figure mitiche inevitabilmente suscitano in coloro che le frequentano.
Il coinvolgimento sensoriale è lo strumento principale di questa ricerca.
Il teatro torna e si impone così come il luogo dell’incontro, della relazione, e si propone nella sua necessità di evento, di esperienza che prima che cognitiva resta propriamente esistenziale ed organica.
È proprio la specifica preparazione attoriale sottesa a degli spettacoli costruiti su una drammaturgìa sensoriale (i cinque sensi dell’attore), che caratterizza la specificità del lavoro del Lemming.
Ai partecipanti è richiesto di portare:
• un quaderno e una penna
• una coperta
• vestiti comodi bianchi e neri
• una candela con portacandela
• una benda

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